Un'arte dialettica. Dalla struttura al colore, dalla geometria alla genialità.
Un'arte profondamente dialettica, che punta cioè sugli estremi: ordine e caos, struttura e colore, geometria ed estro, scansione della forma e continuo mutamento. In un certo senso ordine vuol dire pulizia, quindi anche probità del lavoro, mentre per caos si può intendere giuoco della fantasia, libertà della mente.
Questa mi appare, oggi più che ieri, la pittura-scultura di Moreno Panozzo. Già qui è compresa la duttilità, la curiosità intellettuale, l'estrema curiosità di chi nell'arte ha ricercato e continua a ricercare la soluzione dei tanti problemi, anche di ordine morale, che investono l'uomo d'oggi, il suo impegno verso se stesso e la società. In tal senso arte vuol dire (e lo si può dire anche attraverso una rivista del bello che nasce a Cortina, luogo di per sé votato alla bellezza) comprensione del mondo nei suoi molteplici aspetti e problematiche.
Panozzo è passato, in meno di dieci anni, attraverso varie fasi di espressione: gli strappi, i graffiti, le impronte, le tracce, la luce, quindi anche le sottili modifiche dell'immagine della materia (codice, stele, solchi, sculture, metalli ecc.). C'è in lui una continua propensione al mutamento attraverso la continuità e viceversa.
Temperamento vivace, teso sempre a scavare, quasi a graffiare, a strappare, a incatenare e subito dopo a liberarsi da ogni condizionamento, nonché ad aprirsi alle varianti della materia, Panozzo appare come un artista tipico del nostro... Leggi tutto scaricando il file PDF
Autore: Paolo Rizzi
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